lunedì 1 novembre 2010

LA LEGGENDA DEL BIMBO D'ORO

Probabilmente il suo nome non dirà molto ai giovani appassionati di calcio: benché sulle sue gesta si sia posata la spessa coltre polverosa di quasi un secolo di storia, Franz Binder non è stato certo un calciatore qualsiasi.

1006 reti in 756 presenze ufficiali, una media di 1,33 gol a partita:
questi sono gli straordinari numeri
di un fromboliere di rara efficacia.


È al quarto posto di una speciale classifica dei migliori bomber di tutti i tempi, che vede sul podio Pelé (1281 gol in carriera),
Arthur Friedenreich (1239) e Ferenc Puskás (1176).



Al solo pronunciare il suo nome, tuttora in Austria ci si toglie il cappello, in segno di rispetto e con il malcelato rimpianto per quella gloria ormai perduta che apparteneva di diritto al calcio danubiano di inizio Novecento. 

Soprannominato "Bimbo" per i gentili lineamenti del viso, in contrasto con un fisico potente ma filiforme, dopo le giovanili all' ASV Sturm 19 Sankt Pölten fu acquistato nel 1930 dal Rapid Vienna, con cui trascorse tutta la carriera di giocatore, conquistando quattro campionati austriaci (1934-35, 1937-38, 1945-46, 1947-48), oltre alla coppa nazionale del 1945-46. 

E' stato il capocannoniere del campionato quasi ininterrottamente dal 1933 in poi (1933-1934-1936-1937-1938 nell'Austrian Football Bundesliga e 1940-1941-1942 nella Great Germany Gauliga). 

Binder era un finalizzatore dal repertorio completo: imbattibile nel gioco aereo, era dotato di una tecnica ed una rapidità d’esecuzione difficilmente riscontrabili in altri giocatori della stessa stazza. Preciso nel calcio con entrambi i piedi, mortifero nelle conclusioni dalla media e lunga distanza, piede vellutato negli assist ai compagni di reparto, scatto bruciante nel breve, cambio di passo che disorientava il marcatore diretto. Un autentico dominatore della trequarti offensiva, pressoché immarcabile, probabilmente uno degli attaccanti più poliedrici ed efficaci che abbiano mai calcato un rettangolo verde. 

Dopo il tragico Anschluss (annessione incondizionata) dell'Austria al Terzo Reich nazista nel 1938, il Rapid Vienna fu costretto a giocare nella Gauliga Ostmark (l’antenata della Bundesliga) insieme a club come il First Vienna e l'Admira Wacker. Il Rapid sarebbe stato tra questi il club più vittorioso, l'unico in grado di competere allo stesso livello delle squadre tedesche, favorite spudoratamente dai compiacenti direttori di gara.  Ogni singola partita, per le compagini della vecchia e vituperata Austria, si trasformava in una battaglia violenta e mai alla pari, in ambienti ostili e dispotici, dove ogni sconfitta veniva accolta come l'ineluttabile dimostrazione della presunta superiorità della "razza" teutonica rispetto ai popoli subalterni e sottomessi. Ma il Rapid Vienna di Binder non ci stava: seppur solo in un campo di calcio, bisognava dimostrare che l'Austria era ancora viva negli animi indomiti di chi l'amava, e quanto quel cuore pulsante fosse capace di sovvertire soprusi ed avversità con la forza dell'orgoglio.

Con questo spirito, la squadra vinse la DFB-Tschammerpokal (predecessore dell'attuale Coppa di Germania) nel 1938 con una vittoria per 3-1 sul FSV Frankfurt, e raggiunse l'apice con la vittoria del campionato tedesco nel 1941, sconfiggendo il fortissimo Schalke 04, la principale squadra dell'epoca, che dominava il campionato teutonico pressoché ininterrottamente dagli anni ’30 (6 titoli nazionali tra il 1933-34 e il 1941-42).

I bianco-verdi furono abili a rimontare lo 0-3 nel primo tempo dello Schalke (fin troppo favorito dal solito arbitraggio palesemente sbilanciato verso i “veri” tedeschi per compiacere il volere di Hitler, presente in tribuna), fino addirittura a vincere il match per 4-3 grazie alla forza e alla resistenza – le tradizionali virtù dei giocatori del Rapid, virtù note come "Rapidgeist" o "spirito del Rapid" - e alle tre reti del "Bimbo d’oro" Binder, che si scatenò letteralmente nella ripresa, caricandosi di peso la squadra sulle spalle. 

La leggendaria rimonta valse al centravanti un posto eterno nella storia del calcio europeo, e lo issò ad emblema d'orgoglio per i patrioti esuli austriaci, che videro l’impresa come un riscatto contro l’odiato invasore nazista. 

Franz Binder spese la sua carriera di formidabile centravanti quasi interamente negli anni antecedenti la Seconda Guerra Mondiale, gli anni d'oro del "calcio danubiano", così detto perché praticato dalle squadre nazionali dei Paesi attraversati dal fiume Danubio: Austria, Ungheria e Cecoslovacchia, nel cui gioco si ravvisava una cifra comune, basata su un elegante stile di palleggio e notevoli doti atletiche. 

Il miglior periodo nella storia della Nazionale Austriaca, infatti, fu proprio negli anni ‘30, durante i quali, sotto la guida del leggendario Hugo Meisl, la squadra si guadagnò il soprannome di Wunderteam (squadra delle meraviglie).  Lo stile di gioco della compagine era basato su una riuscita commistione tra le peculiarità del calcio danubiano e la “scuola scozzese”, incentrata su veloci passaggi e un continuo scambio di posizioni in campo, introdotta dal vice-allenatore inglese Jimmy Hogan. 

Nonostante le sue straordinarie qualità, Binder fu costretto a lottare ferocemente per un posto nella prima linea austriaca con fuoriclasse del calibro di Matthias Sindelar (il leggendario “Mozart del Calcio”, capitano indiscusso della nazionale), Camillo Jerusalem e Josef Bican (boemo, l’unico della storia ad aver giocato, e segnato, con tre nazionali diverse). 

Tuttavia, lo score personale nel Wunderteam è comunque ragguardevole:
16 gol in 19 presenze


Franz Binder appartiene a quella pletora di campionissimi nella storia del calcio che non riuscì mai a disputare un Mondiale: nel 1934 era già entrato nel giro del Wunderteam, ma dopo aver partecipato ad alcune amichevoli di preparazione (con tanto di gol segnato ai futuri campioni del mondo di Pozzo nell’indimenticabile 4-2 dell’11 febbraio ’34 a Torino, terzo gol in nazionale dopo la doppietta rifilata al Belgio nel giugno 1933), fu giudicato troppo giovane da Meisl per prendere parte all’impegnativa spedizione nell’Italia fascista, non avendo ancora compiuto 23 anni. 

Quattro anni più tardi, l'Austria si qualificò senza problemi per i Mondiali del 1938 in Francia (anche grazie ad un suo decisivo gol contro la Lettonia a Vienna), ma si ritirò in seguito all'Anschluss del 12 marzo 1938.  

Molti giocatori austriaci vennero "persuasi" forzatamente a giocare con la maglia tedesca, ma la squadra mista deluse le attese e non superò gli ottavi di finale; dopo un primo pareggio per 1-1, nella ripetizione del match la Svizzera di Karl Rappan  (celeberrimo inventore del catenaccio, il "verrou elvetico" con il libero dietro la linea difensiva) si impose 4-2 al Parco dei Principi, rimontando lo 0-2 dei primi 22 minuti. In quegli anni difficili che precedettero la guerra i migliori calciatori austriaci furono, dunque, tutti costretti a vestire la maglia della Germania (si oppose strenuamente solo il capitano, "Cartavelina" Sindelar, che pagò tragicamente con la vita il suo rifiuto); tra il 1939 e il 1941, Binder collezionò 10 gol in 9 presenze, la miglior media realizzativa nella storia della nazionale tedesca. 

Anche con la nuova maglia, l’Italia rimase la “vittima” preferita della sua personalissima collezione di marcature: inesorabile tripletta all’incolpevole portiere Aldo Olivieri nel 5-2 rifilato dai tedeschi a Berlino il 26 novembre 1939, ed una doppietta a domicilio in quel di Milano cinque mesi dopo, che non bastò ad evitare la sconfitta 2-3 maturata per mano di Colaussi, Bertoni e Biavati. 

Tra le macerie materiali e psicologiche che la Seconda Guerra Mondiale aveva lasciato negli occhi e nei cuori di chi l’aveva vissuta, il centravanti trovò come unico motivo di conforto la rinascita della sua Austria, che però non sarebbe stata mai più la stessa. 


Ad ogni modo e nonostante l’età avanzata e gli inevitabili acciacchi fisici, riuscì con la forza dell’orgoglio a realizzare 5 reti in 5 match disputati tra il 6 dicembre 1945 e il 5 ottobre 1947, data del suo congedo dall’amata maglia nazionale a Praga, in un’amichevole persa contro la Cecoslovacchia: manco a dirlo, riuscì a scrivere il suo nome nel tabellino dei marcatori. 


Dopo il ritiro, intraprese la carriera di allenatore in Austria, Olanda
(PSV Eindhoven dal 1960 al 1962) e Germania (SSV Jahn Regensburg, Norimberga e Monaco 1860).


Anche nelle nuove vesti di coach riuscì a condurre l’amato Rapid Vienna alla vittoria nel campionato austriaco
1963-64; tuttavia, gli anni d’oro del calcio danubiano erano solo un lontanissimo, sbiadito ricordo in bianco e nero. 


LE IMMAGINI DELLA LEGGENDARIA RIMONTA CONTRO LO SCHALKE: 





STATISTICHE CON LA NAZIONALE


 16 gol in 19 partite internazionali con l’Austria, 10 gol in 9 presenze per la Germania.


PRESENZE TOTALI IN NAZIONALE: 28 (16 vittorie – 4 pareggi - 8 sconfitte)
Gol Fatti: 76 / Gol subiti: 56 – Percentuale vittorie: 64.28 %

GOL TOTALI SEGNATI IN NAZIONALE: 26

ESORDIO: 11 giugno 1933  AUSTRIA-BELGIO 4-1 [21 anni e 193 giorni]
ULTIMA PARTITA: 5 ottobre 1947  CECOSLOVACCHIA-AUSTRIA 3-2
[35 anni e 308 giorni]

DURATA CARRIERA IN NAZIONALE:  14 anni e 116 giorni


AMICHEVOLE – Vienna, 11 giugno 1933
AUSTRIA-BELGIO 4-1 (2 gol)

AMICHEVOLE – Praga, 17 settembre 1933
CECOSLOVACCHIA-AUSTRIA 3-3      

AMICHEVOLE – Amsterdam, 10 dicembre  1933
OLANDA-AUSTRIA 0-1

AMICHEVOLE – Torino, 11 febbraio 1934
ITALIA-AUSTRIA 2-4 (1 gol)

AMICHEVOLE – Genova, 25 marzo 1934
SVIZZERA-AUSTRIA 2-3

AMICHEVOLE – Vienna, 23 settembre 1934
AUSTRIA-CECOSLOVACCHIA 2-2 (1 gol)

AMICHEVOLE – Vienna, 12 maggio 1935
AUSTRIA-POLONIA 5-2

AMICHEVOLE – Varsavia, 6 ottobre 1935
POLONIA-AUSTRIA 1-0

AMICHEVOLE – Madrid, 19 gennaio 1936
SPAGNA-AUSTRIA 4-5 (1 gol)

AMICHEVOLE – Lisbona, 26 gennaio 1936
PORTOGALLO-AUSTRIA 2-3 (1 gol)

AMICHEVOLE – Budapest, 27 settembre 1936
UNGHERIA-AUSTRIA 5-3 (1 gol)

AMICHEVOLE – Zurigo, 8 novembre 1936
SVIZZERA-AUSTRIA 1-3 (2 gol)

AMICHEVOLE – Parigi, 24 gennaio 1937
FRANCIA-AUSTRIA 1-2 (1 gol)

QUALIFICAZIONI MONDIALI 1938 – Vienna, 5 ottobre 1937
AUSTRIA-LETTONIA 2-1 (1 gol)



AMICHEVOLE – Bruxelles, 29 gennaio 1939
BELGIO-GERMANIA 1-4 (1 gol)

AMICHEVOLE – Bratislava, 28 agosto 1939
SLOVACCHIA-GERMANIA 2-0

AMICHEVOLE – Wroclaw, 12 novembre 1939
BOEMIA/MORAVIA-GERMANIA 4-4 (3 gol)

AMICHEVOLE – Berlino, 26 novembre 1939
GERMANIA-ITALIA 5-2 (3 gol)

AMICHEVOLE – Berlino, 7 aprile 1940
GERMANIA-UNGHERIA 2-2 (1 gol)

AMICHEVOLE – Vienna, 14 aprile 1940
GERMANIA-JUGOSLAVIA 1-2

AMICHEVOLE – Milano, 5 maggio 1940
ITALIA-GERMANIA 3-2 (2 gol)

AMICHEVOLE – Amburgo, 17 novembre 1940
GERMANIA-DANIMARCA 1-0

AMICHEVOLE – Bucarest, 1 giugno 1941
ROMANIA-GERMANIA 1-4




AMICHEVOLE – Vienna, 6 dicembre 1945
AUSTRIA-FRANCIA 4-1

AMICHEVOLE – Vienna, 27 ottobre 1946
AUSTRIA-CECOSLOVACCHIA 3-4 (2 gol)

AMICHEVOLE – Berna, 10 novembre 1946
SVIZZERA-AUSTRIA 1-0

AMICHEVOLE – Vienna, 14 settembre 1947
AUSTRIA-UNGHERIA 4-3 (2 gol)

AMICHEVOLE – Praga, 5 ottobre 1947
CECOSLOVACCHIA-AUSTRIA 3-2 (1 gol)



BILANCIO TOTALE



Partite  Vinte Nulle Perse     Fatti/Subiti   % Vittorie 
  19      12     2     5         53    39        68.42           [Austria]   
   9       4     2     3         23    17        55.55           [Germania]  
  28      16     4     8         76    56        64.28           [totale]  




 16 gol in 19 partite (0.84 per match)     [Austria]  
 10 gol in  9 partite (1.11 per match)     [Germania] 
 26 gol in 28 partite (0.93 per match)     [TOTALE] 


Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN' 

1 commento:

  1. ammetto la mia ignoranza ma non conoscevo per niente Binder! E dire che ha segnato più di mille gol! Cmq complimenti per l'articolo molto ben scritto, complimenti davvero - dopo aver letto della partita contro lo Schalke 04, e aver visto il video, posso dire di avere un altro mito personale: Binder l'austriaco ;)

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