venerdì 10 dicembre 2010

ODISSEAS VLACHODIMOS (1994) - Germania



Oltre allo splendido Mondiale, concluso al terzo posto grazie ad una manovra collettiva che per estetica e qualità espressa era seconda solo alla Spagna campione (non a caso, l’unica squadra nel torneo capace di vincere nello scontro diretto, insieme ad una Serbia palesemente agevolata dall’infelice direzione dell’arbitro Undiano Mallenco), la Germania “multietnica”
del calcio puo’ rappresentare un emblema convincente, se non un possibile e futuribile modello di integrazione. In Sudafrica, infatti, è stata la Nazionale costruita sul maggior numero di giocatori originari di altri Paesi, con polacchi, bosniaci, spagnoli, ghanesi, nigeriani, tunisini e turchi uniti sotto un’unica bandiera e a lottare per la stessa maglia.

Questi i numeri: 23 atleti convocati dal CT Joachim Löw, 11 di loro con radici all'estero, più della metà nati fuori dai confini teutonici o con almeno
un genitore non-tedesco, 8 i Paesi rappresentati.

Un variegato patchwork che affonda le sue radici in un lavoro certosino e graduale, che ha portato le compagini giovanili tedesche alla straordinario risultato del biennio 2008-2009, quando con una storica tripletta le selezioni Under 17, Under 19 e Under 21 della ‘Die Nationalelf’ si sono aggiudicate
gli Europei nelle rispettive categorie, ponendo fine ad un complessivo digiuno di successi che durava da England 1996 e da quel golden-goal firmato
Oliver Bierhoff per issare la Germania sul tetto del Vecchio Continente.


In questo contesto “multietnico” e lungimirante lo Stoccarda Under 17, attuale capolista della B-Junioren Bundesliga Süd/Südwest, rappresenta
un caso emblematico: tra le giovani promesse a disposizione di coach Marc Kienle, nate prevalentemente nel 1994, troviamo un difensore con radici esotiche come Jeremy Toljan, una linea mediana eterogenea con atleti originari della Turchia come Robin Yalçin e Kerem Arslan (senza scordare il gigante centrale della terza linea, Melvin Abdulai, di dodici mesi più piccolo ma già svettante dall’alto dei suoi 189 centimetri),“il congolese di Göppingen” Streli Mamba, l’ottimo Serge Gnabry (classe 1995, opzionato per uno stage dall’Arsenal nell’estate scorsa, figlio dell’immigrato ivoriano ed attuale allenatore nello staff dei ‘Die Roten’ Jean-Hermann), tutti capaci di rifornire con profitto gli attaccanti Erich Berko (guizzante ghanese con natali a Ostfildern-Ruit e vice-capocannoniere della squadra con cinque centri, ad una lunghezza dall’interessante trequartista Timo Cecen) ed il nostro Mattia Maggio, un "paisà" che abbiamo imparato a conoscere
con l’Italia Under 17 di Pasquale Salerno, dopo che aveva già collezionato qualche presenza nelle selezioni nazionali tedesche. Chi è il capitano di questo gruppo variegato, leader carismatico con il suo amato numero sei sulle spalle?
Rani Khedira, un padre tunisino di nome Lazhar e una mamma tedesca, “fratello d’arte” ed analoga posizione occupata in campo da Sami, mediano
del Real Madrid “galactico”, giusto per chiudere il cerchio di una società
con lo sguardo costantemente rivolto al mondo.

Una formazione-schiacciasassi nel girone d’andata conclusosi lo scorso
4 dicembre, capace di mettere insieme un bottino di 33 punti in sole tredici partite disputate (unica imbattuta, tre pareggi e ben dieci vittorie stagionali) e conquistare un buon margine sulle dirette inseguitrici (il Friburgo, a quota 29, il Monaco 1860 a 26 e il deludente Bayern Monaco, lontano undici lunghezze dalla capolista), grazie al miglior attacco e soprattutto alla miglior difesa
tra le quattordici contendenti: solo cinque le reti subite!

Gran merito di questa scoppiettante prima parte di campionato è sicuramente ascrivibile al guardiano dei pali, un greco-tedesco (giusto per non smentire 
il cosmopolitismo vigente…) dal nome impronunciabile ma dal talento cristallino: Odisseas Vlachodimos, un lungagnone che sfiora il metro e novanta d’altezza ma che non difetta affatto di agilità e prontezza di riflessi. Nato a Stoccarda nell’aprile di diciassette anni fa, come si puo’ facilmente intuire dal cognome quantomeno singolare, il padre è un greco trasferitosi da svariati lustri nel Land di Baden-Württemberg, nel versante sud-occidentale della Germania e ad est dell'alto Reno.

Curiosa la possibile “bega familiare” che si potrebbe creare nell’immediato futuro; nel VfB Stuttgart II allenato da Jürgen Seeberger e militante
in 3. Liga, infatti, insieme a Felice Vecchione (altro “paisà” con radici italiane e natali a Waiblingen) gioca anche il fratello maggiore Panagiotis Vlachodimos, centrocampista offensivo classe 1991 e fiero sostenitore del suo Paese d’origine. Panagiotis ha optato sin dalla tenera età per la GRECIA, disputando con l’Under 19 la Fase Elite degli Europei nell’aprile 2010,
mentre Odisseas sembra orientato a voler perseguire nella sua scelta
della Germania, con cui è già riuscito ad accumulare tredici presenze
complessive (due nell’Under 15, sei nell’Under 16 e cinque nell’Under 17).
Un altro potenziale caso di “fratelli divisi”, dunque, che ricorda molto da vicino l’”affaire-Boateng” verificatosi negli ultimi anni a circa settecento chilometri
di distanza da Stoccarda, precisamente in quel di Berlino; pur condividendo
la stessa città natale, Kevin-Prince ha deciso di onorare la maglia del Ghana (terra del padre) dopo la trafila compiuta nelle giovanili tedesche, mentre il consanguineo minore Jérôme ha confermato di voler difendere la casacca teutonica anche a livello senior.

Contrariamente ai succitati ragazzi di origine africana, stavolta il talento maggiore e più promettente sembra esser proprio il fratello venuto al mondo più tardi, dato che Odisseas è un prospetto davvero da tenere d’occhio, molto quotato tra gli osservatori e gli addetti ai lavori. Basti pensare a ciò che è successo appena pochi mesi fa, quando i dirigenti degli “Svevi” hanno rifiutato seccamente una generosa offerta primaverile del solito Arsenal, una delle società in assoluto più tempestive nel fiutare campioncini in ambito mondiale: un milione di euro cash per portarlo all’ ‘Emirates Stadium’, rispediti al mittente con apprezzabile nonchalance. Rumors insistenti suggeriscono che i dirigenti dei ‘Gunners’ non siano stati i soli a mostrar tangibile interesse nelle doti del ragazzo, dato che altre società in Premier League hanno cominciato 
a fare sondaggi sempre più approfonditi (Manchester United su tutte, 
dopo aver adocchiato nello stesso ruolo l’altro interessante classe’94 Brănescu, scuola rumena).

Il percorso di crescita di Vlachodimos ha subito una vigorosa accelerazione nella stagione scorsa, quando la fiducia del giovane allenatore Kienle
gli ha permesso di farsi apprezzare come titolare nello Stoccarda Sub-17,
allora campione in carica e semifinalista nazionale eliminato
dai coetanei del Bayer Leverkusen nel giugno 2010 sulla strada verso la finale contro l’Eintracht Francoforte, vincitore a sorpresa.

Quest’anno si sta rivelando un’autentica saracinesca, in grado di mantenere
la propria porta inviolata in nove occasioni (su tredici match disputati) e protagonista di ottime prestazioni nelle prestigiose vittorie in casa dei pari-età del Bayern Monaco (0-1 nella sfida dello scorso 21 agosto allo Städtisches Stadion an der Grünwalder Straße, con una serie di straordinarie parate ai danni degli increduli avversari Christian Derflinger, Brian Gallo, Simon Seferings e Patrick Weihrauch), del Mainz (0-4) e dell’Hoffenheim (0-3).

Puntuale e prevedibile è arrivata la convocazione del CT Steffen Freund, selezionatore dell’Under 17 tedesca: dopo due amichevoli contro Israele (esordio il 17 settembre 2010 e convincente 2-0 allo Stadion am Friedengrund di Villingen-Schwenningen) e Italia (2-2 tre giorni più tardi), 
Odisseas è volato in Estonia per la Fase di Qualificazione agli Europei
di categoria (15-20 ottobre), indiscusso titolare nelle gerarchie ormai
consolidate rispetto al compagno Cedric Wilmes (Borussia Dortmund).
La Germania ha chiuso a punteggio pieno il Gruppo 2, schiantando senza difficoltà i padroni di casa all’esordio (5-0, Mirco Born a sbloccare il risultato prima delle doppiette di Levent Ayçiçek e Fabian Schnellhardt), 
la malcapitata Bosnia-Herzegovina (6-1 con duplice realizzazione di capitan Emre Can, un’altra di Ayçiçek e la tripletta dello scatenato
Samed Yeşil, prolifico bomber di origini turche in forza al Bayer Leverkusen) e l’Austria (ancora Yeşil a firmare il 2-1 ed issarsi al quarto posto assoluto nella classifica cannonieri di tutta la Prima Fase), confermandosi un estremo difensore affidabile ed allo stesso tempo autoritario e carismatico nel guidare
il proprio reparto difensivo.

Tra un paio di mesi i tedeschi disputeranno la Fase Elite contro avversari
ben più ostici come Turchia (24 marzo), Ucraina (26 marzo) e Svizzera
(29 marzo 2011), alla ricerca dell’accesso alla Fase Finale che si svolgerà in Serbia nell’estate prossima e che è sfuggita clamorosamente dodici mesi fa agli allora campioni in carica, eliminati a sorpresa sulla strada verso Liechtenstein 2010. La rassegna continentale stabilirà anche le sei qualificate al Mondiale U17 - Mexico 2011.

Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'

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