domenica 31 ottobre 2010

LOS ONCE MILLONARIOS

La lenta e faticosa risalita del River Plate, alla ricerca della gloria perduta negli ultimi anni, passa soprattutto attraverso il fertile vivaio, da sempre uno dei fiori all’occhiello per
“El Equipo de la Banda Roja”.




Non era facile per l’allenatore Miguel Ángel Cappa venire a capo di una situazione tanto intricata: subentrato il 13 aprile 2010 a Leonardo Astrada, 
si è trovato di fronte una compagine depressa e sfilacciata, pericolosamente assisa sul ciglio del baratro della retrocessione in Primera B Nacional.

Soffiava un vento gelido all’Estadio Monumental, con la gestione scellerata 
del presidente José María Aguilar che aveva portato il River a chiudere l’Apertura 2008 all’ultimo posto, la prima volta in una gloriosa storia 
di 107 anni ai vertici della Primera División, a causa di problemi finanziari 
sempre più complessi.

In quella disgraziata stagione, Diego Pablo Simeone era stato costretto 
a dare le dimissioni a metà dell’opera, dopo aver condotto la squadra alla conquista del Clausura 2008 (vittoria che mancava dal 2004) appena qualche mese prima e grazie ad uno splendido Diego Buonanotte; dopo un tale, vorticoso saliscendi, i giocatori nelle mani di Nestor Gorosito non erano riusciti a scrollarsi di dosso quel preoccupante senso d’impotenza in campo, 
un torpore grigio ed opprimente che ha portato all’esonero del mister 
il 6 ottobre 2009, dopo gli anonimi piazzamenti ottenuti (ottavo posto nel Clausura 2009 e pessimo quattordicesimo posto nel successivo Apertura conclusosi il 13 dicembre dello stesso anno). 

Neanche il ritorno di una vecchia gloria come ‘El Jefe’ Astrada 
(già allenatore del club nel 2004-2005, quando si era appena ritirato 
dall’attività agonistica) e l’entusiasmo portato dal nuovo presidente
Daniel Alberto Passarella (eletto il 5 dicembre 2009) erano riusciti a dare la scossa all’ambiente nell’Apertura 2010, consegnando nelle mani dell’esperto Cappa una squadra impaurita e priva di motivazioni, che il 16 maggio scriveva mestamente il proprio nome nella poco esaltante undicesima 
casella della classifica.

“El Filósofo” non è certo uno a cui manchi il coraggio, e non ci ha pensato 
più di tanto prima di accettare una sfida all’apparenza impossibile, lavorando per giunta al servizio di una società che non poteva investire tanto in sede di mercato per rinforzare l’organico; il suo “idealismo tattico”, improntato su un rigoroso criterio estetico “per palati fini”, con manovra articolata sul possesso di palla e fraseggi cadenzati, puo’ davvero riportare il club di Buenos Aires 
alle posizioni che gli spettano.  

In realtà, pur con le casse ormai dissanguate dagli sprechi del passato, quest’estate c’è stata un’autentica rivoluzione, con gli arrivi del portiere ex Lazio Carrizo, Nasuti e Arano dall’Aris Salonicco, e poi Maidana, Roman, Ballon, Caruso e il bomber Mariano Pavone, per sopperire alle partenze di ben quindici elementi della rosa. Inevitabile pensare ad un lungo periodo di rodaggio, con una squadra modificata praticamente in toto e bilanciata solo dall’esperienza di Matías Jesús Almeyda e soprattutto del ritrovato Ariel Arnaldo Ortega, la cui tecnica sopraffina viene messa a disposizione del centrocampo del River Plate dopo aver superato i gravi problemi fuori dal rettangolo verde. D’altronde, Cappa è un fedele seguace della “corrente del Flaco”, ossia quella schiera di allenatori che a partire dai concetti di César Luis Menotti ritiene la fluidità della manovra e la spettacolarità nell’impianto di gioco autentici dogmi da cui non si puo’ mai prescindere, al di là dei risultati ottenuti.

Oltre che nell’ambizioso progetto tattico, Cappa ha mostrato la sua audacia nella gestione dell’organico a disposizione, promuovendo in Prima Squadra alcuni elementi dell’Under 20 e dandogli subito fiducia nell’undici titolare; tra questi, il prospetto più interessante in assoluto si sta rivelando essere il centrocampista classe ’93 Lanzini, trequartista dai piedi fatati e dalla personalità spiccata che ha conquistato l’allenatore nel pre-campionato. Aggiunto al ritrovato Buonanotte, sulla via del completo recupero fisico e psicologico dopo il terribile incidente automobilistico del 26 dicembre 2009, alle reti del sempre più convincente Funes Mori e al genio del succitato Ortega, possiamo dire che non sarà certo la qualità tecnica a latitare nella manovra della Banda…

Vediamo nel dettaglio gli undici giovani più interessanti del 
River Plate 2010-2011, i “Millonarios” da tenere d’occhio in prospettiva:

Leandro Chichizola – 1990 – Portiere


Germán Alejo Pezzella – 1991 – Difensore 


Facundo Andrés Affranchino – 1990 – Centrocampista


Ezequiel Adrián Cirigliano – 1992 – Centrocampista

Roberto Maximiliano Pereyra – 1991 - Centrocampista


Erik Manuel Lamela – 1992 – Centrocampista offensivo


Manuel Lanzini – 1993 – Centrocampista offensivo


Mauro Alberto Díaz - 1991 – Centrocampista offensivo

Diego Manuel Buonanotte Rende – 1988 – Trequartista

Rogelio Gabriel Funes Mori – 1991 - Attaccante


Daniel Alberto Villalva Barrios – 1992 – Attaccante/Seconda punta


e non dimentichiamo LUCAS ARIEL OCAMPOS 
FEDERICO ANDRADAprolifico fromboliere classe 1994 
delle giovanili - eccolo in azione nella foto.






Miglior cannoniere nella sua categoria da tre anni a questa parte, pochi mesi fa il River ha deciso di blindarlo con un contratto professionistico sino al giugno 2013, fissando la clausola 
di rescissione a 15 milioni €!
179 centimetri per 74 chili di peso, nativo di Carapachay come Erik Lamela, è uno specialista nel gioco aereo ("Tanque" l'apodo),arrivato ai Millonarios nel 2001 dopo aver stupito da bambino con la camiseta del Drysdale. Grande ammiratore di Fernando Cavenaghi, con i Sub-17 della Roja è ormai vicino a battere il record assoluto di realizzazioni detenuto da José Gustavo Sand, ed è stato capocannoniere (4 gol in 4 partite) della Toyota Cup di categoria. Appuntare questo nome è quantomeno doveroso...


Sicuramente vedremo sbarcare al più presto molti di questi promettenti giocatori in Europa; dopotutto “El Filósofo” è uno che di giovani se ne intende e sa bene come lavorare per farli crescere, basti pensare allo splendido Huracán 2008-2009, con Matías Adrián Defederico e il fuoriclasse in erba Javier Matías Pastore a dare spettacolo in giro per l’Argentina, arrivando ad un passo dal soffiare il Clausura al Vélez Sársfield…

Nell’Apertura 2010 attualmente in corso il River Plate è partito alla grande, facendo bottino pieno nelle prime tre giornate contro Club Atlético Tigre (1-0), Huracán (altro 1-0, in trasferta) e Independiente (spettacolare 3-2 casalingo), chiudendo un agosto da incorniciare con lo 0-0 in casa dell’Argentinos Juniors vincitore uscente del Clausura in maggio.

Il meccanismo si è un po’ inceppato dopo lo sfortunato 1-2 contro il Vélez all’Estadio José Amalfitani, in cui è risultato decisivo un rigore piuttosto generoso assegnato dall’arbitro Héctor Walter Baldassi e realizzato da Santiago Silva; una nota dolente in questa stagione si stanno rivelando essere proprio le direzioni di gara, con episodi molto discutibili che hanno penalizzato ingiustamente la squadra di Cappa. Dopo quella sconfitta, il River Plate è riuscito solo a regolare l’Arsenal Sarandi al Monumental (incornata di Funes Mori su perfetto calcio d’angolo di Ortega) il 12 settembre: da allora, è arrivata un’altra sconfitta in casa del Newell’s Old Boys (0-1, rete di Iván Borghello) e cinque pareggi consecutivi, per un momentaneo sesto posto in classifica dopo dodici giornate a nove lunghezze dalla scatenata capolista
Estudiantes de La Plata.


Purtroppo, temiamo che la panchina di Cappa sia fortemente in bilico:
al di là del settore giovanile florido, il caos continua a regnare sovrano 
sul piano societario, e l'avvenire appare ogni giorno più fosco...


Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'

Nuovi Diavoli Rossi: BENITO RAMAN (1994) - Belgio

La prima fase di qualificazione verso Serbia 2011,
Campionati Europei Under 17, sta proponendo in questo autunno una serie di interessanti giovani talenti da tenere d’occhio, stando comunque sempre attenti alla verdissima età di questi promettenti ragazzini, che hanno bisogno soprattutto di crescere con calma.



nome: BENITO
cognome: RAMAN
data di nascita: 7 novembre 1994
luogo di nascita: Gand (Gent in neerlandese; Fiandre Orientali - BELGIO)
ruolo: seconda punta, in origine trequartista – all’occorrenza prima punta
piede preferito: destro
altezza: 172 cm /// peso: 60 kg


squadra attuale: K.A.A. GENT - giovanili under 19 -


Tra le promosse alla Fase Elite, che si disputerà a inizio primavera 2011 e consentirà un’ulteriore scrematura delle nazionali che parteciperanno alla Fase Finale e alla FIFA World Cup U17 - Mexico 2011, gli occhi degli osservatori sono costantemente puntati sul Belgio, che dopo una difficile parentesi a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio (l’ultima partecipazione ai Mondiali senior risale al 2002; agli Europei, dopo il secondo posto nel 1980 e l’eliminazione per mano della Francia di Platini e della Danimarca nel 1984, è riuscito a prender parte solo all’edizione del 2000 in quanto
co-organizzatore del torneo) sta ritornando ad essere un’interessante fucina di giovani prospetti nel variegato panorama del calcio continentale.

Dopo i più “pronti” e già noti Eden Hazard, Romelu Lukaku e

Jelle Vossen, i taccuini degli osservatori europei si sono appuntati puntigliosamente nomi e caratteristiche dei tre protagonisti classe ’94 più interessanti tra i giovanissimi “Diavoli Rossi”:
Umberto Carvalho, Dennis Praet e Benito Raman.

I tre hanno contribuito alla qualificazione ottenuta da mister Eric Abrams: secondo posto nel Gruppo 8 dietro la capolista Danimarca. Oltre al regista/centrocampista offensivo con il 10 sulle spalle Praet (KRC Genk), il quale era stato accostato all’Arsenal in aprile e che in realtà è sceso in campo solo nell’ultima partita di questo girone, è stato il numero 9 Raman a “rubare la scena” e ingolosire i talent-scouts assiepati sugli spalti.

Il giovane attaccante ha esordito alla grande, contribuendo con una doppietta decisiva al 5-2 rifilato alla Lituania il 22 settembre: dopo il vantaggio dei baltici, i belgi hanno ribaltato il punteggio 2-1 grazie ad una doppietta di Umberto Carvalho, prima che Raman legittimasse la netta vittoria insieme all’autogol del capitano avversario Artimavičius, firmando due gol in sei minuti (72’ e 78’). Due giorni dopo è arrivata la prima battuta d’arresto, con la vittoria dei danesi per 2-0, ma il 27 settembre il Belgio si è riscattato alla grande, travolgendo 4-0 il Galles e centrando la meritata qualificazione. In quest’ultima partita, mister Abrams ha optato per un comprensibile turnover (3 partite in 5 giorni non son facili da smaltire neanche per ragazzini nel pieno delle proprie forze…) e Benito è partito dalla panchina, facendo però in tempo a scrivere il suo nome nel tabellino dei marcatori all’83’ dopo esser subentrato undici minuti prima al compagno Anthony Limbombe.


In realtà il nome di Benito Raman era già presente sul taccuino degli osservatori più accorti; in particolare, i dirigenti dell’Ajax lo stanno monitorando da almeno un paio d’anni, specie dopo un’ottima prestazione coi Giovanissimi del Gent contro i pari-età lancieri, vinta 1-0 e condita con un gol da furbo opportunista d'area di rigore.


Inoltre, nonostante la giovanissima età (compirà 16 anni soltanto tra pochi giorni), era già stato protagonista nella sfortunata Fase Elite disputata dall’Under 17 belga guidata da Bob Browaeys (in cui giocava anche Thorgan Hazard, fratello minore del più celebre Eden), valevole per la qualificazione alla Fase Finale di Liechtenstein 2010.

Sconfitta agevolmente la Polonia 2-0 all’esordio (17 marzo 2010, reti di Dino Arslanagic e Michael Lallemand), due giorni dopo il Belgio firmò una clamorosa impresa, regolando la favoritissima Spagna 1-0 grazie ad un bel gol di Raman (maglia numero 17, il suo numero preferito) al 63’ che consentì ai “Diavoletti Rossi” di guidare il girone a punteggio pieno nell’incredulità generale. Purtroppo, tanta pressione si rivelò deleteria nell’ultimo match: nella decisiva trasferta in Irlanda del Nord (liquidata 4-0 dagli iberici appena cinque giorni prima), un gol al 43’ della punta Liam McAlinden sancì l’unica sconfitta del Belgio, a cui bastava soltanto un pareggio per qualificarsi.


Il gol del nordirlandese in quel fatale 22 marzo regalò un’ormai insperata qualificazione alla Spagna, che lo stesso giorno si sbarazzava 2-0 della Polonia per aggiudicarsi la prima e decisiva piazza del girone grazie alla differenza reti.
Per la cronaca, i giovani spagnoli furono assoluti protagonisti in Liechtenstein un paio di mesi più tardi, arrivando grazie ai gol di Paco Alcacer e Gerard Deulofeu sino alla finale di Vaduz persa 1-2 dall’Inghilterra.


Benito Raman è stato il trascinatore anche dell’Under 15 nel febbraio 2009; infatti, una sua doppietta contro i padroni di casa dell’Eire all’Athlone Town Stadium di Lissywoollen (1-2 il risultato finale in virtù del gol della bandiera di Michael Drennan) permise al Belgio di conquistare il prestigioso

Trofeo Internazionale Under-15 FAI Midlands.

La giuria del torneo, organizzato dalla Federazione Irlandese periodicamente, premiò l’allora 14enne Raman come miglior giocatore del torneo, grazie alle ottime prestazioni contro la Lettonia (4-3) e la Lituania (10-0!).

L'apporto nelle giovanili del K.A.A. Gent ha sicuramente contribuito a rendere il suo nome uno dei più gettonati tra gli osservatori europei (si parla dell’interessamento anche di Aston Villa e Inter, oltre al succitato Ajax), che ormai conoscono a menadito le sue caratteristiche principali: bagaglio tecnico di prim’ordine, interessante velocità di base e uno spiccato fiuto del gol che nel corso di questi anni ha suggerito agli allenatori che lo hanno avuto a disposizione di avvicinarlo sempre più alla porta avversaria, dopo gli inizi da centrocampista offensivo bravo negli inserimenti.


In questo suo ottimo 2010, Raman è riuscito a trascinare i coetanei del Gent alla vittoria (prima squadra belga della storia) nella sedicesima edizione del BSC Unissonun torneo internazionale annuale di calcio giovanile organizzato ad Enschede (Paesi Bassi), la cui prima edizione fu vinta dal Feyenoord nel 1994.

CLASSIFICA FINALE:

1. KAA GENT (Bel)
2. FC VOLENDAM (Ola)
3. SPARTA ROTTERDAM (Ola)
4. VORALBERGER FV (Aut)
5. SLAVIA PRAGA (Cze)
6. FC TWENTE (Ola)
7. IF ELFSBORG (Sve) – vincitori delle ultime due edizioni 2008 e 2009
8. HVIDOVRE IF (Dan)
9. TENNIS BORUSSIA BERLIN (Ger)
10. BSC UNISSON (Ola)

La giovane promessa belga ha vinto il premio come MVP dell’intera manifestazione, anche grazie allo splendido gol realizzato da 35 metri contro i vice-campioni del Volendam nel 2-2 che ha deciso l’assegnazione del trofeo.



Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'

AZZURRO SPERANZA

Reduce dal difficile quadriennio post-vittoria dei Mondiali 2006 in Germania, l’Italia ha bisogno di puntare su un deciso ricambio generazionale, ottimizzando finalmente le risorse dei vivai in giro per lo Stivale (e non solo).


Sono anni ormai che osservatori e addetti ai lavori a vario titolo si riempiono la bocca di luoghi comuni e frasi fatte, proponendo come unica soluzione per la crisi del calcio azzurro (basti vedere il livello non eccelso della massima serie, uno “spettacolo” francamente inguardabile dal punto di vista tecnico…) una maggior attenzione alla valorizzazione dei talenti provenienti dal vivaio.

Tutto giusto e ammirevole, per carità: sarebbe davvero ora di dimostrare coraggio, oculatezza e lungimiranza da parte dei nostri dirigenti.

Il problema vero è che le presunte buone intenzioni, perlopiù di facciata, non sono direttamente proporzionali alle effettive misure adottate per far fronte 
al problema ormai atavico della scarsa fiducia nei giovani talenti da lanciare: 
se pensiamo che il classe ’84 Giampaolo Pazzini fino a circa venti mesi fa 
era considerato “immaturo e non pronto” per giocare titolare in Serie A 
vengono i brividi…

La situazione è ancora piuttosto critica, ma piccoli barlumi di speranza cominciano a farsi faticosamente largo, specie dopo aver toccato probabilmente il punto  più basso nella gloriosa storia del calcio azzurro, paragonabile forse solo alla lenta risalita dalle macerie 
del secondo dopoguerra.

L’eliminazione al Primo Turno da Sudafrica 2010 per mano della Slovacchia (a seguito di un Europeo 2008 piuttosto incolore) è stata, infatti, solo la punta dell’iceberg, che ha tristemente eguagliato le pessime prestazioni nei Mondiali 1950 in Brasile (affondati dalla Svezia di Hasse Jeppson, unica magra consolazione un 2-0 al Paraguay), 1954 in Svizzera (padroni di casa vincitori per 2-1 all’esordio nel Gruppo 4 e qualificati insieme all’Inghilterra, rendendo inutile il 4-1 con cui gli azzurri di Lájos Czeizler regolarono il Belgio tre giorni più tardi), 1962 in Cile (dopo la partita-battaglia con i violenti padroni di casa, tutelati dall’arbitro inglese Ken Aston), 1966 in Inghilterra (eliminazione per mano della Corea del Nord, a causa di un diagonale del famigerato Pak Doo-Ik) e Germania 1974 (spogliatoio irrequieto e Polonia 
ed Argentina a mandarci a casa prematuramente).

Ancor più avvilente il bilancio della scorsa estate, considerando che nelle succitate edizioni era almeno arrivata una vittoria/foglia di fico, mentre mai era successo che l’Italia non vincesse neanche una partita durante la partecipazione al massimo torneo iridato; peggior risultato di sempre, dunque, se escludiamo la mancata qualificazione a Svezia 1958 dopo lo spareggio nella fatale Belfast con cui l’Irlanda del Nord in un rocambolesco 
2-1 ci impedì persino di preparare le valigie per la Scandinavia 
(nell’altra manifestazione “saltata”, Uruguay 1930, 
gli Azzurri non erano iscritti al torneo).

Questa scia di negatività si è riversata anche sull’Under 21 del mai convincente Casiraghi: la clamorosa mancata qualificazione agli Europei dell’estate prossima in Danimarca (12-25 giugno 2011) dopo la disfatta 
in Bielorussia, infatti, ha pregiudicato ogni possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012 ed ha portato all’inevitabile avvicendamento 
sulla panchina degli Azzurrini, affidati alle mani di Ciro Ferrara 
il 22 ottobre 2010.

Eppure vogliamo sforzarci di guardare con ottimismo al futuro del calcio tricolore, accogliendo  con entusiasmo le recenti notizie provenienti dalla Lettonia e da Cipro, laddove le due selezioni Under 19 e Under 17 
sono riuscite a centrare l’ammissione alla Seconda Fase per partecipare 
agli Europei 2011 nelle rispettive categorie.

Lo scorso agosto, Daniele Zoratto è stato nominato nuovo Commissario Tecnico dell’Italia Under-19 (e vice di Alberigo Evani nell’Under-18), raccogliendo gli scarsi frutti del predecessore Massimo Piscedda, sfortunata guida nell’imbarazzante Europeo 2010 in Francia (transalpini poi vincitori del torneo, trascinati dagli attaccanti Alexandre Lacazette e Gaël Kakuta) che ha già chiuso le porte di un’eventuale partecipazione ai Mondiali Under 20 che si terranno in Colombia nel prossimo anno: tra il 18 e il 24 luglio 2010, 
gli Azzurrini hanno raggranellato un solo, misero punticino (0-0 contro l'interessante Croazia), perdendo piuttosto nettamente sia col Portogallo (0-2, reti di Nélson Oliveira e Sérgio Oliveira) che con i futuri finalisti della Spagna (0-3 senza appello, con Rochina, Dani Pacheco ed Ezequiel Calvente a seminare il panico nella confusionaria linea difensiva azzurra, 
con un irriconoscibile Luca Caldirola sfortunato "protagonista").

Era fondamentale voltare pagina, e l’ex centrocampista di Brescia e Parma 
ha deciso di puntare su un gruppo profondamente rinnovato, 
convocando per il raduno a Coverciano del 1° ottobre questi 23 giocatori:


PORTIERI
Francesco Bardi (Livorno) - 1992
Nicola Leali (Brescia) - 1993

Stefano Baraldo (Barletta) - 1992
Simone Benedetti (Inter) -1992
Alessio Campoli (Lazio) - 1992
Michele Camporese (Fiorentina) - 1992 - [Capitano]
Mattia De Sciglio (Milan) - 1992
Luca Ghiringhelli (Milan) - 1992
Felice Natalino (Inter) - 1992
Simone Sini (Lecce) - 1992

CENTROCAMPISTI
Leonardo Bianchi (Empoli) - 1992
Federico Carraro (Fiorentina) - 1992
Tommaso Ceccarelli (Lazio) - 1992
Lorenzo Crisetig (Inter) - 1993
Alessandro De Vitis (Parma) - 1992
Alessandro Scialpi (Varese) - 1992
Mattia Spezzani (Modena) - 1992

ATTACCANTI
Stephan El Shaarawy (Padova) - 1992
Pietro Iemmello (Fiorentina) - 1992
Alberto Libertazzi (Juventus) - 1992
Umberto Miello (Torino) - 1992
Stefano Pettinari (Siena) - 1992
Simone Verdi (Milan) - 1992

Lunedì 4 ottobre 2010 Baraldo, Campoli, Ceccarelli, Scialpi ed El Shaarawy hanno lasciato il gruppo, mentre i 18 selezionati sono partiti alla volta della Lettonia per il mini-torneo (7-12 ottobre) di qualificazione sulla strada che porta agli Europei di Romania 2011.


Una convincente Italia ha chiuso il girone a punteggio pieno, sbarazzandosi con disinvoltura delle non irresistibili avversarie; sembra che la "generazione 1992" possa dare davvero un grosso contributo in un futuro non così lontano. – Ecco i tabellini completi:

7 ottobre 2010 – Riga, Stadio Arkadija
LETTONIA-ITALIA 1-2

Marcatori: 11’ Carraro, 52’ Lonš
čakovs, 71’ Verdi

LETTONIA: Čižovs, Jagodinskis (C), Broders, Barinovs, Martins, Jermolajevs, Rakeļs, Karašausks, Lonščakovs, Ērglis (dal 64’ Giļničs), Petruks (dal 73’ Omeļjanovičs) . 
A disposizione: Serkovs, Pav
ļučenko, Hmizs, Kamerilovs, Halimons.
All.: Janis Dreimanis 

ITALIA: Bardi, Ghiringhelli, Sini, Camporese (C), Benedetti, De Vitis, Spezzani (dal 61’ Libertazzi), Bianchi, Carraro, Iemmello (dal 79’ Crisetig), Verdi (dal 91’ Natalino). 
A disposizione: Leali, De Sciglio, Pettinari, Miello.  
All. Daniele Zoratto

Arbitro: Jiri Jech (CZE)
Assistenti: Emil Ubias (CZE), Zaza Pipia (GEO)
Quarto ufficiale: Lasha Silagava (GEO)
Ammoniti: Lonš
čakovs, Karašausks, Petruks, Camporese, Benedetti. 


9 ottobre 2010 – Jurmala, Stadio Skola
ITALIA – ISOLE FÆR ØER
3-0

Marcatori: 22’ De Vitis, 54’ Libertazzi, 60’ De Sciglio 

ITALIA: Bardi, Natalino,Camporese (C), De Sciglio, Sini, De Vitis, Spezzani (dal 70’ Bianchi), Crisetig, Carraro (dal 76’ Miello), Libertazzi, Verdi (dall’80’ Pettinari). 
A disposizione: Leali, Ghiringhelli, Benedetti, Iemmello.  
All.: Daniele Zoratto

ISOLE Fær Øer: Gestson, Vagsheyg (dal 72’ Thorus), Nielsen, Kalsø (C), Joensen, Hansson (dal 58’ Nielsen), Petersen (dal 52’ Frederiksberg), Hansen, Sørensen, Ellingsgaard, Zachariasen. 
A disposizione: Joensen, Nolsoe, Jacobsen, Joensen.
All.: Abraham Løkin

Arbitro: Lasha Silagava (GEO)
Assistenti: Zaza Pipia (GEO), Aleksejs Spasjonnikovs (LVA)
Quarto ufficiale: Andris Treimanis (LVA)
Ammoniti: Hansen, Carraro, Zachariasen, Crisetig, Spezzani, Petersen, Hansson.


12 ottobre 2010 – Jurmala, stadio Skola
CROAZIA – ITALIA 1-3

Marcatori: 9’ aut. Bašić, 21’ Spezzani, 85’ Libertazzi, 88’ Mance

CROAZIA: Picak, Begonja, Komorski, Jakoliš (dal 46’ Mance) , Čulina, Mić, Gorupec, Bašić (dal 74’ Bručić), Vuković (dal 71’ Babić), Živulić, Oršić
A disposizione: Zelenika, Antoli
ć, Kraljević,
All.: Ivan Grnja

Italia: Bardi, Ghiringhelli, Benedetti (dal 76’ Natalino), Camporese, Sini, De Vitis, Carraro (dall’80 De Sciglio), Spezzani (dall’86’ Iemmello), Bianchi, Libertazzi, Verdi.
A disposizione: Leali, Pettinari, Crisetig, Miello.
All.: Daniele Zoratto.

Arbitro: Jiri Jech (CZE)
Ammoniti
: Camporese, Zivulic, Ghiringhelli, Mance.




Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN’