martedì 6 settembre 2011

Deutsch Torhüter Über Alles: MARC-ANDRÉ TER STEGEN (1992) - Germania


Gente tosta gli estremi difensori teutonici, altro che no. E non serve andare 
a ripescare dagli archivi della memoria una figura leggendaria come quella 
di Bert Trautmann da Brema, paracadutista volontario nella Luftwaffe forgiato con tempra d’acciaio, sopravvissuto tre giorni sotto le macerie 
di un edificio in Olanda, allo scoppio di “qualche” bomba esplosa a distanza ravvicinata e innumerevoli tentativi d’evasione dalle prigioni di guerra, alfine catturato dagli inglesi nel 1945 ed assurto ad imperitura leggenda proprio nella bianca Albione nel giro di qualche anno, sigillando i pali del Manchester City tra il 1949 e il 1964 e consentendo la vittoria della terza FA Cup nella storia
dei ‘Citizens’ in data 5 maggio 1956, allorquando non bastò uno scontro drammatico con Peter Murphy ed un infortunio al collo per costringerlo
ad arrendersi durante la finale contro il Birmingham City.

La Bundesrepublik, infatti, può fregiarsi da sempre di una scuola dall’altissimo livello tecnico nel ruolo, che passa dall’eroe del 1954 Toni Turek (autentico muro di gomma nell’eludere i tumultuosi assalti dell’Aranycsapat per l’ancor oggi memorabile “miracolo di Berna”) all’ideale staffetta tra gli acrobatici
Sepp Maier 
ed Harald Schumacher, che ha caratterizzato un ventennio ricchissimo per la Germania Ovest (una Coppa del Mondo, quattro podi iridati e due Campionati Europei a dar lustro alla bacheca tra il 1966 ed il 1986), un serbatoio talmente prolifico da costringere addirittura ad antipatici dualismi, come quelli che hanno visti protagonisti Bodo Illgner e Andreas Köpke 
a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta, e soprattutto Oliver Kahn e Jens Lehmann in tempi più recenti, sempre pronti a punzecchiarsi a distanza 
con un microfono accostato alla bocca dal di fuori del rettangolo verde.

Ed è proprio alla luce della rivalità tra questi ultimi che qualcuno ha accostato i nuovi astri nascenti della classe 1992, promossi titolari a sorpresa 

nei rispettivi club lungo il corso di questa stagione: secondo il Direttore Tecnico della DFB (Deutscher Fußball-Bund ) Matthias Sammer, 
Bernd Leno del Bayer Leverkusen mi ricorda molto l’ex-portiere di Arsenal, Borussia Dortmund e Milan, e non a caso è cresciuto sotto la sua ala protettiva tra il 2008 e il 2010 nelle file dello Stoccarda; anche tra i pali, sembra che il ragazzo abbia seguito molti consigli del suo illustre tutor, assumendo un portamento che ne ricalca le gesta da vicino, quasi prudente 
e garbato nei modi, eppure efficace. Viceversa, la feroce determinazione 
e il naturale agonismo che Marc-André ter Stegen riversa nella propria professione lo rende senz’altro simile al fuoriclasse che ha fatto le fortune di Karlsruhe e Bayern Monaco. È un estroverso, si percepisce, eppure riesce 
a trasmettere una grande tranquillità ai propri compagni. In Federazione abbiamo scommesso in special modo su di lui nel corso della trafila nelle selezioni under nazionali, ma in futuro sarà una bella lotta…”.


nome: MARC-ANDRÉ
cognome: TER STEGEN

data di nascita: 30 aprile 1992
luogo di nascita: Mönchengladbach
[North Rhine-Westphalia - GERMANIA]

ruolo: PORTIERE
piede preferito: destro

Altezza: 189 cm
Peso: 85 kg

Squadra attuale:
BORUSSIA VfL 1900 MÖNCHENGLADBACH
[Fußball-Bundesliga, Germania]

Originario del Land della Renania Settentrionale-Vestfalia, la terra che ha dato i natali a Turek, Schumacher, lo stesso Lehmann e quel Manuel Neuer di cui un giorno potrebbe rivelarsi erede degno e meritorio, ter Stegen nonostante la giovane età è curiosamente l’elemento che può vantare 
la militanza più duratura nella rinnovata rosa del Borussia Mönchengladbach versione 2011/2012, visto che è entrato a far parte 
della Fußball-Schule bianconeroverde già nel 1996, poco più che bambino. 
Come accaduto al succitato Leno, che è stato prelevato in prestito dai “farmacisti” a metà agosto 2011 per far fronte agli infortuni di René Adler e Fabien Giefer, sono stati i problemi fisici dei titolari a consentirgli di esprimere le sue qualità, nella fattispecie l’indisponibilità del belga Logan Bailly nella scorsa primavera. Un esordio di fuoco per il ragazzo, chiamato a difendere 
i pali dei ‘Die Fohlen’ in occasione del derby casalingo di fronte al Colonia 
di Lukas Podolski (10 aprile 2011, un netto 5-1 figlio della giornata di grazia vissuta dallo straordinario talento offensivo Marco Reus), per giunta 
in una situazione niente affatto positiva per quanto concerne la classifica.




La personalità debordante e la calma olimpica con cui ha affrontato tale impellenza gli sono valse una meritata conferma anche nei turni successivi, 
in cui una compagine che veniva da due sconfitte consecutive ed era malinconicamente ancorata all’ultima posizione in graduatoria sin da novembre è riuscita ad inanellare tre ulteriori vittorie, con tanto di scalpo eccellente ottenuto ai danni dei futuri campioni del Borussia Dortmund 
(1-0 allo Stadion im Borussia-Park, 24 aprile), costretti a rinviare una festa che attendevano da nove lunghe stagioni. Prima della fuga da opportunista del match-winner Mohammadou Idrissou, era stata la prestazione da urlo della giovane promessa con la maglia numero ventuno sulle spalle a strozzare in gola le urla d’esultanza giallonere: tra le perle di un pomeriggio da ricordare, 
è giusto segnalare un volo per togliere dall’incrocio con la mano sinistra di richiamo una splendida parabola di Mario Götze, una coraggiosa uscita bassa a fermare Robert Lewandowski, lanciato indisturbato verso la rete da un assist geniale dello stesso gioiellino di Memmingen, una deviazione in bello stile sul velenoso tiro incrociato di Marcel Schmelzer ed altri interventi 
sulle conclusioni del neo-entrato Lucas Barrios e di Neven Subotic.

Plastico in presa seppur con uno stile globalmente disadorno di preziosismi superflui, la stazza possente e compatta non gli impedisce di poter contare 

su un’agile esplosività nei tempi di reazione, grazie alla quale si esalta 
nei tentativi dalla media/breve distanza. Ad ogni modo, è difficile vederlo costretto a sfoderare miracoli su un lato scoperto, dato che il senso 
di piazzamento è una delle peculiarità che lo contraddistingue, insieme 
alla non disprezzabile capacità di restare concentrato ed attento allo sviluppo delle trame avversarie senza provare ad anticipare le intenzioni dei calciatori che provano a trafiggerlo. Malgrado in passato abbia ricoperto il ruolo 
di mediano tuttofare per un breve periodo (con scarse prospettive, ça vans 
sa dire…), deve senz’altro lavorare sul controllo della sfera con i piedi, 
e riflettere sul fatto che l’efficacia delle uscite alte sia inversamente proporzionale all’impeto spericolato con cui si avventura senza remore 
in quelle basse; in soldoni, necessita di palesare maggior autorità 
nel dominio dell'area piccola, andando incontro al pallone sui cross 
piuttosto che indugiare troppo nei pressi della linea di porta.


In questa gamma di caratteristiche da limare, ciò che fa ben sperare per il suo avvenire è in particolar modo l’insita consapevolezza nei propri mezzi, che sembra renderlo quasi impermeabile alle pressioni , l’arma principale usata per librarsi nel cielo della massima divisione tedesca nell’arco di poche settimane 

e con uno scarno curriculum nel professionismo sino alla succitata, inattesa opportunità in Prima Squadra. Viceversa, Marc-André era già da un triennio il punto fermo delle formazioni Jugend, con cui aveva cominciato a farsi notare sin dal 2007/2008 nella B-Junioren Bundesliga West U-17 (4 presenze - 3 reti subite, buttato nella mischia dal suo mentore Roland Virkus). 
I susseguenti dodici mesi vissuti nel 2008/2009 ne sancirono un po’ la consacrazione definitiva nel panorama giovanile, facendone un baluardo dal carisma esuberante (23 apparizioni, quattordici delle quali mantenendo la porta inviolata, per un cammino da leader nel proprio raggruppamento con ben dodici punti di vantaggio sul Colonia e diciassette sul Bayer Leverkusen), in grado di meritarsi un debutto da fuori-età nella A-Junioren Bundesliga West, categoria riservata agli Under 19, ed ancora in un derby dall’esito fortunato (5-0 al SV Bergisch Gladbach 09, schierato titolare da coach 
Sven Demandt). Per ironia della sorte, la marcia spedita verso l’agognato successo nazionale per la classe 1992 fu interrotta dall’ostacolo Stoccarda nelle semifinali del Meisterschaft Endrunde (giugno 2009: 1-2 e 1-1 i punteggi), capace di aggiudicarsi poi il Deutscher Meister ai danni del Bayern Monaco grazie alle parate di… Bernd Leno nei tempi supplementari.

Una sorta di vendetta per l’amico-rivale nativo di Bietigheim-Bissingen, relegato in panchina appena un mese prima con la complicità del CT 

Marco Pezzaiuoli durante i Campionati Europei Under 17 (6/18 maggio), vinti dalla Germania sul suolo patrio a coronamento di un percorso netto (cinque vittorie su cinque impegni). Gli unici capaci di perforare ter Stegen nel corso del torneo furono Hasan Ahmet Sarı (3-1 alla Turchia nel vernissage all’Arena Meuselwitz) e l’attuale interista Luc Castaignos (2-1 all’Olanda, 
in una finalissima terminata agli extra-time nello scenario dello Stadion Magdeburg), ragion per cui il neo-campione del Vecchio Continente 
fu nominato in maniera sacrosanta “Best Goalkeeper” della rassegna insieme all’italiano Mattia Perin. I due prospetti diedero vita ad un’esaltante confronto a distanza nella semifinale giocata al Paul-Greifzu-Stadion di Dessau-Roßlau (2-0 il verdetto, sancito da Reinhold Yabo e Bienvenue Basala-Mazana tra il 70' e il 76’), con gli Azzurrini Giacomo Beretta, Marco Ezio Fossati, Simone Dell'Agnello, Lorenzo Crisetig
Stephan El Sharaawy e Simone Sini a cercare di concretizzare la mole 
di opportunità create, spentesi l’una dopo l’altra tra le braccia sapienti 
dell’immarcescibile avversario.

In controtendenza il Mondiale di Nigeria 2009 (24 ottobre / 

15 novembre), laddove la solidità difensiva della retroguardia è andata a farsi benedire sin dal debutto nel Gruppo A, con Basala-Mazana, i centrali Shkodran Mustafi, Gerrit Nauber, Robert Labus e l’esterno mancino Marvin Plattenhardt letteralmente in bambola, inadatti a conservare ciò che 
i talentuosi colleghi offensivi creavano in avanti. Piuttosto indicativo l’andamento nella fase eliminatoria: una clamorosa rimonta subita nella seconda frazione dai padroni di casa africani (3-3), sperperando nell’arco di sette giri di lancette il momentaneo 3-0 costruito sull’asse Lennart Thy-Mario Götze, ed un’altra incassata dall’Argentina (1-2, il solito Götze in rete all’ottavo minuto) in maniera forse ancor più inaccettabile, a causa di un penalty concesso al 57’ e un assurdo retropassaggio dalla banda destra e direttamente da metà campo alla ripresa delle ostilità (!), che ha smarcato Sergio Araujo per il più comodo degli appoggi (58’), un micidiale uno-due da knockout tecnico. Paradossalmente, l’unica vittoria della spedizione nel Continente Nero è arrivata in conseguenza di una sceneggiatura rovesciata al cospetto dell’Honduras (3-1), con i difensori ancora improvvidi nello spalancare la via della rete innanzi a Anthony Lozano ad inizio secondo tempo, prima che la doppietta di Thy e il graffio di Kevin Volland rimediassero all’ennesimo pasticcio. Un altro rigore fu poi fatale nella sfida agli ottavi contro i futuri campioni del mondo elvetici, siglato da Nassim Ben Khalifa nei supplementari, epilogo di un amaro 4-3 al Teslim Balogun Stadium di Lagos. A riprova di quanto le sue responsabilità fossero esigue rispetto a quelle dei disastrosi giocatori incaricati di “proteggerlo”, ter Stegen ottenne una decorazione di bronzo al Fritz-Walter Medaille U-17 2009, il premio istituito nel 2005 dalla Federazione e diviso in fasce d’età per omaggiare annualmente i migliori prospetti della Germania, terzo gradino del podio dietro al vincitore Götze e l’argento Yabo, allora nel Colonia ed oggi 
in prestito all’Alemannia Aachen. 


Lo scorso 5 giugno si è aggiunta un’altra pagina beffarda nella carriera del ragazzo in Nazionale: reduce da una striscia positiva costruita su quattro vittorie ed un pareggio tra Qualifying Round ed amichevoli, e personalmente imbattuto nella Fase Elite degli Europei 2011 - Under 19 in ulteriori due impegni (3-0 all’Ungheria e secco 5-0 sulla Macedonia), eppur beffato nel terzo, decisivo impegno da una singola punizione dal limite dell’area calciata dal capitano turco Muhammet Demir al 22’ (1-0), per la disperazione dei ragazzi allenati dall’ex-Milan (e non solo) Christian Ziege e la gioia irrefrenabile del World of Wonders Football Centre di Antalya.

Detto questo, il 2011 non può essere certo archiviato come un’annata negativa, se è vero che appena undici giorni prima era arrivata l’aritmetica certezza della permanenza in Bundesliga per ‘Die Elf vom Niederrhein’
in virtù della vittoria casalinga (1-0) ed il pareggio esterno (1-1) strappati al VfL Bochum nei Relegation Playoff anche grazie alle sue parate, che gli sono valse peraltro una nuova Fritz-Walter Medaille - categoria U-19, stavolta dal metallo più pregiato, successore di colleghi come Florian Müller, Kevin-Prince Boateng, Benedikt Höwedes, Dennis Diekmeier, Lewis Holtby e Peniel Mlapa, e primo portiere di sempre a riuscire nell’impresa (Neuer nel 2005 si era fermato alla piazza d’onore). Non a caso, agli albori di questa nuova stagione la società ha deciso di blindarlo con un contratto sino 
al 30 giugno 2015, mentre l’allenatore elvetico Lucien Favre ha perseguito 
la volontà di promuoverlo titolare, rinunciando senza rimpianti a quel Bailly finito in Svizzera a difendere i pali del Neuchâtel Xamax. Ormai è risaputo, 
da quelle parti c’è meno paura nel “rischiare” di bruciare i giovani talenti, 
ed è un peccato che ciò non accada ad altre latitudini…


Formazione Tipo (clicca per ingrandire) del Borussia Mönchengladbach, 
l’outsider più affascinante della Bundesliga 2011/2012.
4-2-3-1
Marc-André ter Stegen (1992)
Tony Jantschke (1990)
Martin Stranzl (1980, Austria)
Dante (1983, Brasile)
Filip Daems (1978, Belgio)
Havard Nordtveit (1990, Norvegia)
Roman Neustädter (1988)
Patrick Herrmann (1991)
Marco Reus (1989)
Juan Arango (1980, Venezuela)
Mike Hanke (1983)

Nel dettaglio, questo è lo schieramento della partita casalinga contro il Bayer Leverkusen 
di Robin Dutt (2-2, il 15 ottobre 2011: 20' Reinartz - 65' Reus - 72' Herrmann - 87' Schürrle), 
la sfida a distanza tra Leno e ter Stegen in cui un immarcabile Marco Reus (figura dx: i suoi movimenti, in giallo, ed i tiri, in rosso) si è guadagnato il premio come “Man of the Match”.

Le squadre di Lucien Favre propongono un calcio dinamico e dalla spiccata mentalità offensiva, in cui si alterna sovente la gestione del possesso palla con dei cambi di ritmo improvvisi. Molto abile tatticamente,il tecnico elvetico  riesce ad organizzare entrambe le fasi di gioco con costrutto, ed è senz’altro insieme ai tedeschi Jürgen Klopp e Thomas Tuchel, 
il francese Rudi Garcia e l’olandese John van den Brom una delle figure emergenti 
più innovative tra le panchine d’Europa. Ecco un breve curriculum dei suoi successi:
1994 : Promozione in Nationalliga B (FC Echallens)
1999 : Promozione in Nationalliga A (Yverdon-Sport FC)
2001 : Vittoria Swiss Cup (Servette FC)
2005 : Vittoria Swiss Cup (FC Zürich)
2006: Vittoria Swiss Super League & Premio "Manager of the year" (FC Zürich)
2007: Vittoria Swiss Super League & Premio "Manager of the year" (FC Zürich)
2009 : Premio "Bundesliga Manager of the year" (Hertha Berlino)
2011: terzo posto nel premio "Bundesliga Manager of the year" (Borussia Mönchengladbach),
dietro a Mirko Slomka (Hannover) ed al vincitore Jürgen Klopp (Borussia Dortmund)
 




Apprezzabile, inoltre, il lavoro che riesce a mettere in pratica con i giovani, che non disdegna di inserire in Prima Squadra. Sotto il suo nume tutelare si sono formati giocatori come Daniel Gygax, Blerim Džemaili, Almen Abdi , Xavier Margairaz, Steve Von Bergen e Gökhan Inler.
E siamo sicuri che presto si scatenerà un'asta milionaria per un altro talento 
da lui gestito con raziocinio: chi si aggiudicherà le prestazioni di Reus?...


Fiducia ben riposta o azzardo ispirato da eccessivo ottimismo? 
Ai posteri l’ardua sentenza, per adesso è d’uopo 
attenersi alla legge dei numeri: 
il Borussia Mönchengladbach è la vera sorpresa del campionato
con la gustosa ciliegina dell’unica sconfitta stagionale inflitta allo schiacciasassi Bayern Monaco il 7 agosto all'Allianz-Arena, 
grazie ad un Marc-André Ter Stegen intento ad ipnotizzare Arjen Robben, Bastian Schweinsteiger, Toni Kroos e Thomas Müller, per poi bagnare 
le polveri del capocannoniere Mario Gomez con un balzo felino sul palo lontano. Come se non bastasse, l’estremo difensore ha abbassato la saracinesca per oltre due mesi subendo appena sette reti in dieci presenze, l’ultima ieri alla Wirsol Rhein-Neckar-Arena dal bosniaco Vedad Ibisevic 
(1-0 sofferto per l’Hoffenheim). È pleonastico sottolineare quanto la squadra sia verosimilmente destinata ad un calo fisiologico, anche perché i valori in campo non traboccano di qualità sfarzose, ed ormai i favolosi anni Settanta sono ben lontani per i calorosi supporters dell’ondivago 'Fohlen-Elf' moderno. Sarebbe pura utopia sognare anche solo di rinverdire quei fasti che portarono a cinque titoli nazionali, tre Coppe di Germania, due Coppe UEFA e qualche altro eventuale trionfo europeo vanificato da lattine vaganti e sfortune cosmiche negli attimi cruciali; epigoni di Günter Netzer, Uli Stielike
Berti Vogts, Jupp Heynckes o Allan Simonsen non si intravedono, 
ma chissà che ‘Der Mythos’ non abbia coltivato in casa e con pazienza 
un novello Wolfgang Kleff


Marco Oliva per FUTBOLANDIA DREAMIN'

6 commenti:

  1. VALERIO:
    questo qui è un grandissimo portiere!
    L'ho visto giocare alcune partite assurde,
    il Borussia grazie a lui è una delle migliori
    difese del campionato, ed anche quando perde
    non subisce mai più di un gol a partita,
    infatti la chiamano la squadra degli 1-0

    complimenti per la scheda, molto dettagliata
    ed approfondita - perché avete chiuso il blog?

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  2. Gianni 52:
    talento autentico, dà sicurezza alla difesa
    e subisce pochissimi gol, è difficile batterlo

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  3. rc65:
    se continuano a produrre talenti in serie,
    la Germania è destinata a prendere il posto
    dominante della Spagna, magari già dai prossimi
    Europei di Polonia / Ucraina 2012...

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  4. Lucio:

    l'aggettivo "straordinario" per Marco Reus
    è azzeccatissimo: UNA BESTIA, segna sempre
    ma sa far TUTTO!!! Che fenomeni 'sti tedeschi!
    Ma cosa aspettano le italiane ad andarlo
    a prendere, invece di cercare i soliti
    sudamericani? QUi in Serie A servirebbe
    praticamente a chiunque - oggi altra tripletta,
    schiantato il Werder Brema

    sto portierino, poi, è davvero bravo!
    Se la Germania continua così, i prossimi
    tornei internazionali saranno tutti suoi,
    secondo me gli Europei prossimi li vince
    in carrozza - complimenti a loro

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  5. Gianni 52:

    gran bella squadretta il Borussia,
    mi sono visto anch'io il 5-0 al Werder
    e li hanno letteralmente demoliti!

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  6. LUCIANO:

    fortissimo! addirittura sembra possa essere l'erede
    di Victor Valdes al Barcellona. Sarebbe ora che i catalani
    si decidessero a comprare un portiere decente come lui,
    è uno dei loro pochissimi punti deboli. La Germania
    in prospettiva si ritroverà un fuoriclasse, ed in generale
    uno squadrone esagerato. Beati loro!

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